O la Borsa o la Vita

Oggi, il FMI (Fondo Monetario Internazionale) avrebbe proposto o pensato, non ho capito bene essendomi l'informazione arrivata per vie traverse, di risolvere il problema dell'eccessiva esposizione debitoria dell'Italia alla maniera di Cipro: con un prelievo del 10%  sui conti bancari.

Non so dire quale sia stata l'eventuale risposta dei nostri governanti, so che in ambienti bancari alcuni hanno cominciato ad indossare i giubbetti di salvataggio. Anche se un'ipotesi del genere fosse solo paventata pubblicamente, certamente si scatenerebbe il fuggi, fuggi generale dei correntisti.  
Quelli che non hanno indossato il giubbotto di salvataggio comunque hanno deciso di prendere qualche lezione di nuoto.
Probabilmente non si arriverà mai ad una imposizione come quella ipotizzata dal FMI - Italia o non Italia, Europa o non Europa, i partiti e molto di più i politici vivono di voti -  ma i più sono convinti che un prelievo forzoso dell'1% sia molto più che possibile. Specie se come appare ormai sicuro prima o poi  l'Italia dovrà accedere ad un qualche programma di sostegno europeo.

Su questo punto  i bene informati dicono che si accettano ancora scommesse, ma solo sulla data : prima o subito dopo la fine dell'anno in corso.

Allo stesso modo qualche scommessa si può ancora fare alla roulette sull'entità del prelievo. Ma sono scommesse sempre più pericolose, perchè la roulette non è quella inglese ma quella russa e la posta in palio è : O la Borsa o la Vita.  

 

 

 

 

 

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La terra di nessuno

Nelle scorse ore si è svolto un dibattito, senza esclusione di colpi, attorno all'ipotesi di un indulto che ha visto scendere in campo oltre alle varie forze politiche anche il Presidente della Repubblica.
E' stato proprio quest'ultimo ad usare i toni più forti quando ha accusato il M5S - fin lì accanitamente contrario all'operazione giudicata come un espediente per salvare Berlusconi dai suoi guai giudiziari - di fregarsene degli italiani.
Subito gli hanno fatto eco diversi esponenti della maggioranza di governo che hanno buttato sul piatto della bilancia l'intero repertorio della teoria critica verso la condizione dei reclusi nelle carceri italiane: sovraffollamento, scarsa pericolosità sociale di alcune categorie di reato,insufficiente capacità rieducativa dell'istituto carcerario.

Stabilito che è inaccettabile un sistema carcerario che non ha nessun riguardo della dignità umana, a cominciare dal fatto che obblighi le persone ivi confinate ad un sovraffollamento fuori da ogni misura, resta da rispondere a due domande.
E' possibile ovviare alle condizioni disumane di un sistema carcerario senza per questo scaricare una volta di più sulle vittime dei reati i costi fisici, morali e materiali di una inefficienza che prima di ogni altra cosa è politica?
E' giusto amnistiare migliaia di persone la maggioranza delle quali scientemente ha infranto la Legge?

La risposta alla prima domanda è sì! Basta costruire nuove e moderne carceri. Se per assurdo una società ha un milione di delinquenti non è che, dato il numero elevato, le sue istituzioni possono ovviare alla necessaria repressione e condanna. Se una società ha un milione di condannati costruisce un milione di celle.
Quella di costruire nuove carceri per rispondere al crescente numero di reati è per esempio la proposta del Ministro degli Interni francese. Proposta che ha visto l'opposizione di parte del locale Governo più orientato verso forme di prescrizione.
Eppure l'esperienza mostra che rapidamente gran parte dei soggetti “amnistiati” rientra in carcere per gli stessi reati per i quali già vi era detenuta.
Il che porta a ritenere che la risposta alla seconda domanda è no!
No, proprio perché molti reiterano i loro comportamenti delittuosi ed a poco vale dire che quei delitti non siano poi così gravi.
Per chi ne rimane vittima ogni atto lesivo della propria dignità, dei propri beni, è un atto ingiusto ed inaccettabile. Se così non fosse allora perché prevedere una norma di Legge che lo reprime?

Difatti alcuni fra i sostenitori della pratica dell'indulto ravvisano la necessità di depenalizzare alcune tipologie di reato. La depenalizzazione è davvero un processo desiderabile? Fino a che punto i suoi sostenitori contano sul fatto che una volta depenalizzato, il reato non sia commesso da un numero maggiore di persone?
La risposta non c'è. 

Quello che si può dire è che non è questo il modo migliore di interessarsi dei problemi degli italiani. Molti avranno notato come l'attuale Governo cerchi di rimanere in piedi in ogni modo, per la paura che hanno delle elezioni i partiti che lo sostengono. Resistono nella speranza di recuperare la fiducia di quella parte di elettorato che si è indirizzato verso il M5S o si è astenuto.
Non sembrano rendersi conto che è stata proprio la ritirata della responsabilità civica dello Stato da molte sfere della vita sociale ad isolare nella terra di nessuno quasi il 50% dell'elettorato. Ed è il motivo per cui tanti fra questi non intendono tornare indietro, mentre altri non possono evitare di pensare a dove li porterà il cammino intrapreso.
Per questo non è importante quanti siano oggi quelli in attesa nella terra di nessuno, perché oltre a quello del loro ritorno all'uguale c'è sempre la possibilità che molti fra gli altri siano disposti a seguirli.

Specie se le cose andranno come sembra ed al momento delle elezioni gli interessati si ricorderanno di chi ha messo in libertà quelli che li hanno derubati per strada.

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Il Paese che non c'è

Come ci si aspettava Berlusconi alla prima occasione utile ha sbattuto la porta ed ha chiamato fuori dall'alleanza di governo il PDL. Lo ha fatto con rabbia, sacrificando lo stile al vigore ma nonostante tutto probabilmente questa dimostrazione di forza si è già esaurita nello spazio necessario a manifestarla pubblicamente.

Per adesso il solo risultato che gli ha fruttato è stato quello di convincere una parte del suo partito a non seguirlo. Le sottili distinzioni palesate da molti ed importanti suoi sodali la dicono lunga sulla generica compattezza futura della formazione “azzurra” e sulle reali aspettative di diversi suoi massimi dirigenti. Chi oggi ha un ruolo di rilievo cerca di tenerselo. Gli altri vorrebbero tanto presagire come andrà a finire. C'è da capirli.

E' chiaro a tutti che il gesto di Berlusconi molto ha a che fare con i suoi problemi personali con una Giustizia che ritiene ingiusta, meno con l' aspettativa-diritto degli italiani ad essere de-fiscalizzati.
Difatti in caso di elezioni anticipate non è detto che il PDL, nel frattempo ridiventato Forza Italia, riconfermi o migliori il suo ultimo (tutto sommato modesto) risultato elettorale.
La faccenda andrebbe ancora peggio se il PD riuscisse in qualche modo a costituire una nuova e diversa maggioranza. Il conseguente logoramento disintegrerebbe la formazione berlusconiana. Se anche così non fosse sta di fatto che il Polo di centrodestra sta correndo un rischio reale.

Lo stesso rischio concreto sta correndo il PD. Un ritorno alle urne non lo garantirebbe affatto. Anzi, in un gioco di rimandi, potrebbe finire vittima della stessa formula che sette mesi fa gli ha consentito di arrivare prima, non primo. Con il maggioritario imperfetto attualmente in vigore le elezioni potrebbero addirittura essere vinte dal M5S. Questa eventualità avrebbe tante maggiori possibilità quanto la data delle eventuali elezioni politiche coincidesse con quella delle europee in programma a giugno 2014.

Almeno su questo ultimo punto non c'è dubbio. Per la prima volta dalla sua costituzione il prossimo Parlamento Europeo conterà al suo interno fra il 15% ed il 25% di antieuropeisti convinti. Buona parte dei quali eletti nella file del M5S. Poi, che questi realizzino in ambito europeo lo stesso mediocre comportamento fatto registrare in Italia non cambia la questione. Se il M5S riesce a fare di una politica astratta un metodo appena, appena, pratico i suoi avversari oltre che al blasone potrebbero rimetterci anche la camicia.

Tuttavia, per quanto bene illuminate, le 5 Stelle del Movimento rischiano di essere spente proprio da quell'italianità delusa sulla quale avevano costruito il loro consenso.

Non lo ha nascosto Beppe Grillo che sembra ormai essersi reso conto di non essere riuscito a cambiare la mentalità degli italiani. E' il solito discorso. Una gran parte dell'elettorato non vota per cambiare le cose ma per mantenerle così come sono. Vogliono sì eliminare gli tutti gli sprechi, esclusi però quelli di cui sono beneficiari.

Prima di lui se ne era accorto Monti. Da uomo razionale aveva provato ad agire di conseguenza. Gli italiani hanno un consistente patrimonio immobiliare? Evidentemente sono ricchi, dato che le case costano care ed ancor più caro costa il loro mantenimento. Invece no. Gli italiani comprano o si tengono le case ereditate senza avere i soldi per mantenerle. La cosa non stupisce. Sono i figli di quei contadini che si sono dissanguati per far studiare i figli da insegnanti, quando molti già dicevano che sarebbe stata una professione senza sbocchi. Fino a che i suddetti figli non si sono ritrovati precari a vita.

Prima ancora di Monti se ne era accorto lo stesso Berlusconi. Una dozzina di anni fa aveva vinto le elezioni immaginandosi un Paese fatto di aspiranti lavoratori autonomi e piccoli imprenditori. Si era ritrovato con un Paese fatto di fans di Pippo Baudo e Mike Bongiono; canzoni e giochi a premi, altro che imprese e botteghe. Visto che i conti elettorali tornavano non ci aveva fatto caso più di tanto.

Anche quelli della Sinistra probabilmente se ne sono accorti tuttavia, forse per calcolo elettorale, sembrano aver deciso di chiudere entrambi gli occhi sugli abusi  a danno della assistenza sociale e sugli aiuti ai “vittimisti” di professione, preferendo di fatto il Paese delle esigenze a oltranza puttosto che  quello dei bisogni legittimi.
Il Paese che non c'è. Dal momento che, riprendendo il titolo di un libro, a giusta ragione si può dire: “Gli italiani sono gli altri”.

La dispersione di gran parte del sistema di valori concreti e morali, che tante persone hanno assunto a testimonianza della propria visibilità, obbliga, chi ancora vi si vuol riconoscere, a seguire un itinerario dove le necessità di distinzione si confrontano con un bisogno di concretezza.
Il tentativo di trovare un equilibrio si situa allora al livello della dimensione personale, spingendo la maggioranza silenziosa dei cittadini a disertare le tornate elettorali in attesa di trovare un altrove a cui attaccarsi. Un altrove che, se non cambiano le cose, prima o poi troveranno.

Se la politica vuole essere per loro un intermediario importante da qua in avanti i suoi protagonisti devono accettare di mettersi in gioco più concretamente di quanto mostri una interpretazione calcolata.

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Il trovatello suonato

Ieri sera alla puntata di “Piazza Pulita” (condotto da Corrado Formigli, su La7, durata più di 2ore e mezza) ha partecipato Franceschini Dario, attuale “ministro per i rapporti con il parlamento e il coordinamento delle attività di governo” ( … alla faccia della sintesi).

Al tempo 46’31” il conduttore introduce le interviste ad alcuni esperti di economia che illustrano un quadro molto preoccupante, disastroso, della situazione economica e finanziaria della repubblica italiana (se vi piacciono i film del terrore, andateli ad ascoltare).

Al tempo 50’59”  è il turno di Alessandro De Nicola (Adam Smith Society) che citando i dati forniti dal DPEF (Documento di programmazione economica finanziaria) del governo italiano sferra una serie di ganci, diretti e montanti che stordisce Franceschini.
A questo punto il conduttore gli fa una domanda sui vincoli posti dall’Europa e come un pugile suonato che reagisce agli attacchi del rivale in modo scoordinato, inefficace, privo di lucidità il “nostro amico” sostiene, tra l’altro (tempo 1h01’33”) che “ … quando sei nel momento di massima crisi non puoi avere il massimo del rigore, anche in una famiglia si capisce che è così …”.

Ma dov’è nato ‘sto qui? Ma chi l’ha tirato su? Ma ce l'ha una famiglia normale?

Questo "ragiona" alla rovescia.

Mi risulta che in una famiglia in crisi economica si stia attenti al centesimo per non sprecare nulla e ‘sto politicante sostiene esattamente il contrario di ciò che la comune logica suggerisce.
Ma già, questi (e quelli prima di loro durante l’ultimo quarantennio) non sono individui comuni, normali, sono quelli che governano … ed i risultati si vedono.

Genovesi e Liguri: questi, come i savoia hanno insegnato , non rispondono per le loro malefatte. Loro hanno creato il debito, ma lo faranno pagare a noi.

Genovesi e Liguri: questi finiranno per piazzarci “una mega patrimoniale straordinaria” (Mario Seminerio, economista, tempo 50’20”) che ci poterà alla rovina.

Genovesi, Liguri: questi ci portano a fondo e nessuno verrà a ripescarci.
Dobbiamo abbandonare l’italia

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Vi telefono dall’aereo …

Si stracciano le vesti, recriminano, parlano del sistema-paese, prendono ad esempio altri Stati.
Telecom ed Alitalia portano i politicanti italici ad accapigliarsi sopra i due massimi sistemi: privato/pubblico e italiano/non italiano.
E “… da ogni parte dell'arco parlamentare arriva una richiesta di base: il governo deve riferire.” sul passaggio di Telecom agli Spagnoli di Telefonica.
Intervengono esperti -o presunti tali- di ogni ordine e grado : alcuni sentenziano, altri precisano, tanti recriminano e in coda ci sono quelli che puntualmente ripetono quello che hanno già detto gli altri.
Una commedia ... all’italiana.
E la commedia continua con Alitalia che pare stia volando verso Air France-KLM .

Tutti questi commedianti recitano “appassionatamente” mentre la Spagna sorpassa l’Italia nella competitività e la produttività italiana è peggiore di quella in Grecia. Queste brillanti prestazioni mentre lo smantellamento dell'industria prosegue a ritmi mai tanto sostenuti.
I commedianti centro-destri danno la colpa a Prodi per quello che ha fatto con Telecom, i commedianti centro-sinistri se la prendono con Berlusconi per quello che ha fatto con Alitalia.

Sono nauseanti.
Quando partecipano ai dibattiti sostengono che si sarebbe dovuto fare così o cosà ma puntualmente non spiegano mai perché non lo hanno fatto quando erano loro a governare. Tutti verginelli con l’aureola della santità.
Ma che vadano al diavolo.
E dato che da più di un anno e mezzo, per amore o per forza, sono quasi tutti insieme al governo perché non colgono l’occasione per realizzare quanto sostengono?
Perché sono dei ciarlatani, cresciuti all'italica scuola savoiardo-badogliana per cui non fanno mai quello che dicono e fanno quello che non dicono.
Cioè non rispettano gli impegni, anzi li tradiscono.
Ci pigliano in giro.
Se qualche lettore dubitasse di quanto scrivo e non credesse all’italica propensione per il trucco, l’imbroglio, il gioco delle tre tavolette lo invito a seguire la vicenda della plateale e discussa eliminazione dell’IMU. Questi badogliani hanno detto che la tolgono ma stanno studiando di farla pagare lo stesso utilizzando la "service tax" .

Un inciso. Vi sarete certamente accorti che quando usano l’inglese (ticket) od il latino (una tantum) lo fanno per fuck / fallère la gente.

Se ne avrete tempo e/o voglia vi consiglio di guardarvi “Coffee break” di oggi  . Dovrete avere un po' di pazienza perchè inizia con la pubblicità e la puntata dura un'ora ma ne vale la pena,  è un’interessante sintesi televisiva dei politicanti italioti.
In studio Gasparri Maurizio, Moretti Alessandra e Ferrero Paolo.
Il primo (destro) e la seconda (sinistra) che incolpano le contrapposte parti per le italiche disavventure avio-telefoniche , il terzo (sinistro-sinistro) che incolpa gli uni per Alitalia e gli altri per Telecom proponendo la quadratura del cerchio : la proprietà statale.

Belli come il sole questi professoroni che se non fossero realtà tragiche sarebbero divertenti come Stanlio e Ollio che con i conti ci "sanno" fare ma non combinano danni.

P.S. Avete notato in quanti utilizzano il termine “Paese”? Sarà mica che si vergognano a pronunciare il termine “Italia”. Va be’, lo ammetto, capisco la loro vergogna.

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