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Bravo Maroni…

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Scritto da Pierluigi Patri
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 15 Giugno 2015

… siamo d’accordo con Lei.

“… se necessario sparare, si spari”.
Lo ha dichiarato Maroni Roberto, attuale Presidente della Lombardia, in un’intervista sull’ aggressione a due ferrovieri effettuata con colpi di machete da un gruppo di salvadoregni trovati a viaggiare su un treno sprovvisti di biglietto.
L’ex ministro degli interni ha chiesto di far viaggiare militari e polizia sui convogli per contrastare eventi del genere e pronti a sparare “per legittima difesa”.
Ci pare una richiesta assolutamente ovvia. Però …
… cosa ha fatto Lei quando era Ministro degli Interni?
Può darsi che ci sia sfuggito qualche dettaglio ma non ricordiamo iniziative o leggi nel senso da Lei auspicato ora.
E poi se lo immagina a cosa andrebbe incontro un agente di pubblica sicurezza od un carabiniere che sparasse per legittima difesa?
Quando era al Ministero degli Interni il governo di centro-destra -che nell’immaginario di moltissimi è un po’ fascista, propenso a manganellare e dalla pistola facile- ha approvato qualche articolo di legge che liberasse le forze dell’ordine da vincoli che vanno oltre ogni ragionevole motivo?
Ora governa il centro sinistra ma se venisse il giorno in cui Lei sarà nuovamente membro autorevole di un governo di centro-destra si ricorderà della sua dichiarazione?

Staremo a vedere.

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Bravo Landini…

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Scritto da Santi Giacomo e Filippo
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 10 Giugno 2015

… siamo d’accordo con Lei.

«Ci siamo rotti di pagare le tasse e non contare nulla».
Lo ha detto, tra le altre cose, il segretario generale della FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) durante un recente convegno di “Coalizione sociale”.
Ci sembra un principio giusto peraltro non nuovo poiché già sancito nel 1765 negli Stati Uniti (No taxation without representation).
Considerato il seguito mediatico del Segretario FIOM ci auguriamo vivamente che quel principio trovi forte riscontro nell’opinione pubblica per arrivare finalmente alla sua realizzazione perché si tratterebbe di un iniziale importante passo per dare un po’ di ordine alle cose.
L’indiscutibile correttezza del citato principio rende altrettanto corretta la regola complementare : no representation without taxation.

Vorremmo sbagliarci ma su questo altro, naturale ed ovvio, versante dell’affermazione del Segretario abbiamo il sospetto che Landini Maurizio non sarà coerente. E, comunque, gioverebbe forse ricordargli che se i suoi non contano nulla è perché categorie paganti ben più tartassate contano poco o niente.

Questo perché gente con la sua visione politica ha sempre preteso di dividere il mondo fra aventi-diritto-più-aventi-diritto-degli-altri-aventi-diritto e gli aventi diritto (e basta).
Guarda caso fra i primi spesso figuravano quelli che ci mettevano meno (degli altri) o se ci mettevano tanto uguale finivano col prendere di più.
Non è che il prepensionamento sia un giusto diritto mentre la proprietà, magari piccola e immobiliare, un delitto colposo.
Che la pensione non versata sia una giusta rendita e viceversa la rendita da risparmio una volgare speculazione.

Comunque non dovremo fare altro che verificare se coerentemente sosterrà anche questi princìpi osservando e valutando i suoi comportamenti.

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Sdoganamento lessicale

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Scritto da Pierluigi Patri
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 07 Maggio 2015

Parlando, un bel po’ di tempo fa, con un amico mi era capitato di sentirgli usare il termine “itaglioni”. Non riuscendo a coglierne il significato gliene avevo chiesto spiegazione.
Semplice, mi disse, è un neologismo da fusione di concetti : ita(-liani) (co-)glioni.
Il suo temperamento forte, non uso alla mediazione, direi istintivo, mi aveva indotto ad accogliere con qualche remora il nuovo termine nel mio dizionario.
Ora la riserva è caduta.

Il concetto, se non il termine, ha ottenuto un qualificato sdoganamento.
Durante un intervento alla LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali) il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha espresso alcune interessanti considerazioni sostenendo che senza innovazioni e investimenti nel capitale umano "rischiamo una disoccupazione di massa" tanto che "nel giro di 10-20 anni un lavoro su due scomparirà…”.
Ma ecco il passaggio significativo: "l'alfabetizzazione degli adulti italiani e' molto bassa: il 70% degli italiani non comprende cio' che legge o non sa come usare le informazioni scientifiche e tecnologiche che possiede. Siamo molto indietro".

70% !
Una percentuale impressionante.
Posso capire, e mi ci immedesimo, che non si sappia come utilizzare un’informazione scientifica. Conosco la formula E=mc2 ma non saprei proprio come usarla, ma suppongo che il mio sia un caso limite ancorché compreso in quella percentuale.
Sono certo che il Governatore, non fosse altro per il ruolo che ricopre, sia abituato a non fare affermazioni avventate ed utilizzi dati di sicura e fondata provenienza. Pertanto pur considerando che il 70% non si riferisce solo agli italiani che non comprendono ciò che leggono, anche facendo la tara a quella percentuale rimane un numero notevolissimo di … come definirli?

Forse “itaglioni” può essere il termine adatto. 

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Si salvi chi può!

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Scritto da Montaguy Spinola
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 17 Gennaio 2015

Alcuni giorni fa è terminato il semestre europeo a guida italiana.
Non me lo ricordavo più.
È possibile che la mia disattenzione sia dipesa dalla pochezza di risultati effettivi di questa conduzione, unanimemente considerata quasi imbarazzante.
Almeno lo credevo fino a che, attraverso i Tg, non ho sentito le parti del discorso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi riguardanti lo stato economico della Nazione e degli italiani.
Meno di venti secondi per dar conto di tutta una cultura politica così sintetizzabile: inchiostro rosso, orizzonti celesti.
Dove il rosso dell'inchiostro è quello dei conti dello Stato, mentre l'orizzonte celeste è quello dato dagli aumentati depositi bancari degli italiani.

Allora ho capito che la mia disattenzione più che altro poteva essere spiegabile come certi fenomeni para-terapeutici. Ti dimentichi del male per produrti un immaginario più confortante. Ci ha pensato Matteo Renzi a non lasciare spazio all'immaginazione.

Il suo discorso ha presentato chiaramente l'idea cardune dei governi italiani contemporanei: i soldi degli altri!

Non quelli illecitamente guadagnati, ma quelli faticosamente risparmiati.
Gli italiani hanno più soldi in banca, ergo sono più ricchi. Dunque il Governo può fargli una visita sul conto corrente; meglio mentre dormono.
Un copione già visto, ma mai presentato con le contraddizioni e le inverosimiglianze di Matteo Renzi.
Checché ne dica e pensi il Presidente del Consiglio, a differenza del passato, gli italiani non risparmiano perché hanno maggiori disponibilità economiche. Risparmiano, perché, sentendosi come un paziente perfettamente sano posto sopra una tavola operatoria senza sapere bene il motivo, rinunciano a molto pur di conservare il conservabile. Dove il conservabile è un minimo di sicurezza per il futuro.
Un futuro che, dopo il discorso di Renzi, se ne va.

Sulle navi, quando ogni speranza di salvezza è persa e d'uso lanciare un ultimo appello: Si salvi chi può!

Perciò, se l'unica premessa sul tema è l'idea distorta che i tuoi soldi, i tuoi risparmi, non sono più esclusivamente tuoi ma sono a disposizione del Governo, delle Regioni, dei Comuni e tutti possono fare a gara per arrivare per primi sui tuoi sogni o sulle tue speranze, anche qua sulla terra ferma non resta che lanciare un ultimo appello.

Si salvi chi può!

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I Consiglieri regionali di Altona

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Scritto da Luiggi Pariggi
Categoria: Costume e Società
Pubblicato: 05 Dicembre 2014

In questo modo, parafrasando il titolo del famoso dramma, mi sento di descrivere lo stato d'animo di molti politici dopo le elezioni regionali in Emilia e Calabria di domenica scorsa che ha segnato il record assoluto di astensione. Oltre il 60%.
Come il protagonista della tragedia, rischiano di finire reclusi nella dimora della loro potente categoria nel tentativo di confutare non tanto, il verdetto delle elezioni, quanto il principio stesso del processo elettorale per come, storicamente, si era sviluppato e loro, comunque, lo avevano sempre immaginato e voluto: un diritto universale obbligatorio che in quanto tale valeva anche come scopo della società. In una evoluzione dove la legittimità e l'importanza dei candidati procedeva di pari passo con il numero dei votanti.
Un'interpretazione che, ai tempi d'oro del Proporzionale, collegava il titolo di vincitore delle elezioni all'ottenimento del 50% più 1 dei voti validi. Mentre nella “seconda Repubblica”, persuaso del dominio dell'etica dell'investitura diretta, il potere politico ha fissato nel 50% più 1 degli aventi diritto al voto il limite minimo sotto al quale, con la fine del consenso plebiscitario, perdeva anche la legittimità ad amministrare l'esistente.
Culturalmente, una delle tante contraddizioni tipicamente italiane dove ai principi, alla moralità, ai programmi, al rispetto assoluto di quello che gli angli ed i sassoni chiamano Law and Order, si è anteposta una condizione formale, un atteggiamento minimale ben lontano da ogni razionalità”.
D'altro canto tale concezione appare talmente assimilata da evidenziarne una persistenza attraverso le diverse generazioni. Farne un inventario sarebbe troppo lungo.
Basti dire che “l'essere là” per consuetudine vale di più del “che cosa ci si faceva là”.
Tecnicamente, un suicidio.
Se dalle qualità significative della politica levi i contenuti delle azioni ed i loro effetti per sostituirli con il dato statistico del maggior numero di elettori nei seggi, che magari votano per non prendersi delle responsabilità, ti trovi in un sistema ambiguo. Rappresentativo, ma non totalmente legittimativo.
E siccome la politica è anche un'attività creativa, se il creatore si nega dapprincipio la possibilità di creare prima o poi si troverà nella condizione in cui non potrà più muoversi.
In tempi di “prima Repubblica” è quello che era successo a Craxi.
Nel 1992 fu il fatto che la sua coalizione, pur avendo la maggioranza dei seggi in Parlamento, si fosse fermata al 48,8% alle elezioni, non l'arresto di Mario Chiesa, a decretarne la caduta.*

In tempi di “seconda Repubblica" è quello che è successo domenica scorsa.
E adesso?
Adesso i politici nazionali daranno la colpa del disastro a quelli regionali. Se ne avranno il tempo regoleranno la questione con la totale messa in discussione dell'Ente Regione. Questo non porrà fine al problema.
Squarciato il velo dell'illusione che ne ricopriva le faticate decisioni su che cosa agiranno ?
Quali saranno i nuovi limiti dei loro poteri?
Se, come sembra, la rivoluzione di Renzi non riuscirà ad aumentare il suo consenso oltre l'attuale, misero, 20% assoluto e gli altri partiti tutti insieme faranno la stessa somma continuando a non intaccare, riducendola sensibilmente, l'area dell'astensione, dato lo schema descrittivo con cui abbiamo cominciato questa riflessione, tutto diventa possibile.
In una situazione con 5 e più elettori su 10 in cerca di nuovi riferimenti quando i soggetti rappresentativi classici non fanno emergere nuove idee non è che tutto si pietrifica.
All'istante dell'impasse segue subito la richiesta di una nuova possibilità per il futuro.
Ognuno ci veda quel che vuole.

Per chi lavora, paga le tasse, bada al centesimo e tiene fede ai principi, una comunità non può rimanere a lungo senz'anima. Perfino i professionisti della fuga dalle responsabilità prima o poi si scontrano con la necessità. Comunque, basta aspettare per scoprire come andrà a finire. Intanto, si comincia con il mandare in scena il dramma : “ I Consiglieri regionali di Altona”.

* Storico [ N. d. A.]

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Franco Bampi
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