Qui una raccolta di articoli sul mondo del lavoro nella nostra Terra.
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- Scritto da Pierluigi Patri
- Categoria: O lòu
Chi segue questo sito conosce il nostro punto di vista relativo al riutilizzo dell'area ex-ILVA di Cornigliano.
Per questo stiamo seguendo con attenzione quanto viene pubblicato dalla stampa locale.
Su "Il Secolo XIX" di oggi è stata pubblicata una nota del coordinatore delle politiche industriali della CGIL, Bruno Manganaro, relativa al riutilizzo di quegli spazi.
Riteniamo comprensibile il suo atteggiamento "diplomatico"; la conversione green dello stabilimento di Taranto e le annunciate ipotesi di nuovi insediamenti produttivi a Cornigliano non offrono certezze su cui avviare trattative.
Nonostante le incertezze invitiamo i sindacati ad impegnarsi nella rivoluzionaria "scommessa" di un futuro radicalmente diverso per quel 1.000.000 di metri quadri.
Riteniamo ineludibile -lo abbiamo evidenziato in tutte le occasioni- l'impegno che le amministrazioni locali e centrali devono avere per salvaguardare una fonte di impiego per i dipendenti dell'acciaieria ex-ILVA: su questo non ci sono dubbi.
D'altro canto riteniamo che i sindacati, parte sociale impegnata nei dibattiti e nelle trattative che coinvolgono i lavoratori dipendenti, debbano impegnarsi ad "immaginare" il futuro.
Un futuro che offra sbocchi ai giovani, quindi anche ai figli degli attuali dipendenti ex-ILVA, tali da favorire il loro arricchimento culturale ed economico in ambiti che rappresentano le immaginabili evoluzioni della conoscenza e delle conseguenti ricadute produttive.
La conoscenza è lo strumento per un futuro migliore sia personale che diffuso.
La conoscenza è il mezzo per migliorare le persone, l'ambiente e, di conseguenza, la società.
Forza, buttate il cuore oltre l'ostacolo di una riorganizzazione.
I giovani, ma anche i meno giovani, ve ne saranno grati.
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- Scritto da Amleto, il Principe
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Ohhhh Shakespeare, mio creatore e maestro.
Son forse più nobili 10.000 barattoli di latta oppure un robottino ?
Perire per poter continuare a dormire o immaginare per crescere ?
Il dubbio mi arrovella la mente ed il cuore palpita agitato !
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Gentili lettori, immedesimatevi nel dilemma che mi attanaglia: suggeritemi una risposta, aiutatemi a dissipare il tormento.
È proprio qui l'ostacolo e perciò bramo coinvolgervi e nel contempo alleviarvi il travaglio.
Diventeremo miseri, negletti, meschini et homines sine pecunia segliendo i barattoli od i robottini ?
Chi potrà dirimere l'angosciosa vexata quaestio ?
Bhe, se cliccate sull’immagine qui a fianco, magari l'articolo di Francesco Spini pubblicato su "Il Secolo XIX" di ieri una mano riesce a darvela.
Buona lettura.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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Su "Il Secolo XIX" di oggi è stato pubblicto un articolo che parla dell'Istituto di ricerca biologico molecolare (Irbm) situato a Pomezia. L'Istituto collabora con AstraZeneca per preparare uno dei vaccini contro il Covid-19.
In quell'articolo sono riportati alcuni dati che devono far riflettere chi di dovere.
È noto che l'acciaieria di Cornigliano occupa più di 1.000.000 di metri quadrati dati in concessione a Riva ai tempi dell'accordo di programma relativo a quello stabilimento quando gli addetti era molti di più degli attuali 1000 (circa) di oggi.
Qui a destra potete vedere uno pezzo dell'articolo che mostra quanto sia assurdo e miope lo spreco (che già di per sè non è atteggiamento intelligente) perpetrato con quell'area.
Facendo un semplice confronto tra l'ex-ILVA e l'Irbm si rileva che la prima impiega 4 volte i dipendenti della seconda occupando una superficie di oltre 12 volte; come dire che l'ex-ILVA dovrebbe avere 3.125 addetti se avesse lo stesso rapporto occupati per unità di superficie dell'Irbm .
Lo spreco è evidente !
Vale la pena di considerare anche la qualità degli addetti impegnati: non c'è paragone !
Alti livelli di conoscenza comportano una ricaduta sul territorio anche in termini di ricchezza culturale, sociale ed economica.
Per prevenire le obiezioni di chi difende in modo fittizio lo status quo preciso che l'attenzione dell'Associazione Repubblica di Genova va anche agli attuali dipendenti di ArcelorMittal (o di quel che diventerà in un futuro non lontano) a Genova cui è necessario mantenere un lavoro per assicurare il reddito necessario.
Ciò non è antitetico all'utilizzo profiquo di parte delle aree ancora in concessione nonostante siano radicalmente ridotti gli addetti all'acciaieria.
In modo più diretto : se gli addetti sono stati ridotti alla metà è evidente che 500.000 metri quadrati devono tornare a disposizione della Città.
Semplice e lineare.
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- Scritto da Gal Gal
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Trieste riparte perchè "... chiude la ferriera e il porto entra nel futuro."
I Triestini sembrano più pronti dei Genovesi a cogliere il progresso. Sarà perchè a Trieste è localizzato il Centro Internazionale di Fisica Teorica e la sua presenza ha modificato per via subliminale l'attitudine ad immaginare (e realizzare) il futuro?
Sì, a Trieste chiude la Ferriera di Servola costruita 124 anni fa (cioè nel 1896) dalla Krainische Industrie Gesellschaft di Lubiana.
La decisione non è stata rapida, infatti negli anni passati molte amministrazioni (soprattutto quelle guidate da Riccardo Illy e da Debora Serracchiani) hanno spinto per mantenerla attiva.
Alla fine, però, la situazione si è mossa e Servola è stata chiusa per le pressioni sempre più insistenti di Stefano Patuanelli (triestino e Ministro dello Sviluppo economico), Roberto Dipiazza (Sindaco di Trieste) e Massimiliano Fedriga (Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia).
Sarà mica che una certa mentalità politica e sindacale vede nelle attività della grande industria, in particolare quella pesante, un bacino in cui attingere iscrizioni e voti?
Sarà mica perchè la sindacalizzazione negli ambienti ad alto contenuto di conoscenza è difficile considerato che vi sono impegnate persone ad elevate possibilità di trattativa autonoma in quanto detengono la conoscenza?
Viene il sospetto che l'attenzione ed il sostegno per le attività a basso contenuto di conoscenza sia il sistema adottato per mantenere il proprio ruolo politico e di intermediazione; tutto a pesante discapito della ricchezza culturale ed economica della comunità.
Sarà mica che il miglioramento sociale complessivo viene "venduto" per il tornaconto personale e delle organizzazioni di appartenenza.
Non c'è dubbio che a Genova come a Trieste ci sia la preoccupazione per assicurare un reddito ai dipendenti delle attività obsolete. Ma se a Trieste è stato trovato l'accordo per sistemare i 640 dipendenti (1 ogni 317 abitanti) altrettanto ed ancora più facilmente si può fare a Genova nell'ex-ILVA con 1 dipendente ogni 480 abitanti ; organizzando la riqualificazione dei dipendenti sarà possibile re-impiegarli nelle attività che verranno insediate su quel 1.000.000 ed oltre di metri quadrati occupati da uno stabilimento non adatto al nostro territorio.
Riuscire in questa impegnativa riconversione comporta un grande impegno per neutralizzare l'habitus assistenzialista-statalista sedimentatosi in decenni di aziende statali; l'apparente attenzione al sociale ha ancora gioco facile per la presa immediata ed acritica su la parte di popolazione con livelli di conoscenza poco spendibili nella trattativa con la "controparte".
Ricerca, conoscenza, alta tecnologia creano ricchezza culturale , sociale, ambientale, economica.
P.S. by the way (tànto pe dî) : a Torino sorgerà l’istituto per l'intelligenza artificiale: ricadute fino a 200 milioni l’anno. Qui continuiamo a remenarcelo con l'acciaieria ed i suoi coils. Dove sono i progressisti che immaginano, pianificano e realizzano il futuro per il benessere della nostra Gente?
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- Scritto da Pierluigi Patri
- Categoria: O lòu
Da molto tempo sosteniamo la necessità di utilizzare l'area occupata dall'ex-ILVA (oltre 1.000.000 di metri quadrati) per insediarvi attività che producano maggiore ricchezza culturale ed economica per Genova ed i territori limitrofi (1) (2) (3).
Nonostante il nostro impegno per sensibilizzare le Istituzioni in tal senso sino ad ora pare non si sia mosso alcunchè.
Ci ha confortato l'articolo pubblicato su Il Secolo XIX del 3 u.s.
"Ci serviva più spazio e quei locali [ il capannone di 11.500 metri quadrati sulla riva destra del Polcevera, vicino al Ponte ricostruito, dove ha sede il Bic ] sono adatti al laboratorio di robotica che stiamo sviluppando " ha spiegato il Direttore dell'Iit Giorgio Metta, Ingegnere elettronico (laureatosi nell'Ateneo Genovese).
In quei locali sorgerà il centro di sviluppo e costruzione di prototipi robotici di tipo industriale. Cioè un'attività ad altissimo contenuto di conoscenza ed elevatissimo valore aggiunto !
Proprio il tipo di sviluppo indispensabile per il miglioramento culturale ed economico della nostra Terra.
Ma cosa ha contribuito a decidere per quella sede?
Lo ha puntualizzato il Direttore :"E poi, vedendo i progetti di riqualificazione della zona della Val Polcevera, lo sviluppo dell'area è interessante anche sotto il profilo urbanistico."
Ma se non fosse crollato il ponte ci sarebbe ugualmente stata questa promettente evoluzione?
È evidente che il contesto urbano ("il profilo urbanistico") riveste un ruolo importante per ospitare adeguatamente scienziati e tecnici dei vari livelli che lavoreranno al Bic.
Dobbiamo considerare il crollo del ponte come un evento propizio ? Ci voleva quel disastro per rendere appetibile quella zona ?
Perchè non pensare alla riqualificazione urbanistica anche dell'area ex-ILVA?
Le considerazioni riportate da un articolo su La Repubblica rendono logica l'intenzione di acquisire almeno 500.000 metri quadri per le necessità di sviluppo della Città.
Basta riflettere sulle rispettive superfici per capire le potenzialità dell'area di cui dispone l'acciaieria.
Il Bic ha un'estensione di 11.500 metri quadrati e quella piccola area ha consentito di localizzarvi laboratori d'avanguardia; pensate,cari lettori, cosa si potrebbe realizzare su un'area di quasi 50 volte !
Non solo la "... costruzione di prototipi robotici ..." ma anche la produzione in serie !
E la prossimità del Porto ed aeroporto consente un'esportazione "a Km zero".