Qui una raccolta di articoli sul mondo del lavoro nella nostra Terra.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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È una contrapposizione costante ed entrambe le parti hanno, o sostengono di avere, argomentazioni comprensibili anche se talvolta non condivisibili.
Alle pagine 14 e 15 de “Il Secolo XIX” del 6 dicembre u.s. due articoli riferivano di atteggiamenti contrapposti seppure a proposito di situazioni diverse.
Nel primo viene riferito di un accordo tra CGIL-FIOM e CGT (francese) per contrastare i piani industriali di Arcelor-Mittal e mantenere gli attuali posti di lavoro; il secondo tratta del progetto di PSA (Port of Singapore Autority) finalizzato alla realizzazione di innovazioni tecnologiche da applicare nella gestione logista delle merci in transito capaci di rivoluzionare il sistema aumentandone produzione e sicurezza ( quindi più ricchezza complessiva ).
Come precisato sono realtà diverse che distano più di 10.000 Km ma a Genova trovano una strettissima correlazione sia fisica (ILVA a Cornigliano , PSA al Porto di Pra-Voltri) che evolutiva per lo sviluppo del nostro Territorio.
Abbiamo già trattato della innaturale localizzazione dello SCI-Stabilimento a Ciclo Integrale ( la cui sintetica storia potete leggere qui ) poiché ogni territorio può ospitare senza danni ciò che gli è orograficamente consono ed in relazione alla ricchezza indotta e distribuita. Pochi addetti in una vasta area costituiscono uno spreco di risorse.
Che gli operai impiegati in quel che rimane del vecchio SCI si mobilitino per conservare il loro posto di lavoro è comprensibile ma sarebbe certamente più lungimirante -cioè progressista- se chiedessero di realizzare corsi di riqualificazione che li renda idonei a lavorare in attività più ricche per la Città e per loro.
L’Autorità del Porto di Singapore si trova a pochi chilometri dall’area del vecchio SCI ed è solo un esempio delle possibilità, ma non l’unica.
Le intraprese che realizzano il fondamentale rapporto superficie occupata/ricchezza prodotta sono perfette per essere ospitate nella nostra Terra; pertanto attività che accorpano ricerca, alta tecnologia, addetti ad alta qualificazione professionale sono irrinunciabili per produrre e diffondere benessere economico ed intellettuale.
Le attività finanziarie ed il turismo di qualità completano il “bouquet” per rendere la nostra Terra ancora più bella … e ce n’è bisogno !
Nell’articolo di Simone Gallotti l’autore si riferisce a quella Città-Stato scrivendo che “Singapore è la Svizzera d’Oriente”; da tempo sosteniamo l’idea che la Città-Stato di Genova (ed i Territori che vorranno confederarsi) non avrà difficoltà a diventare una Svizzera sul Mare con le conseguenti ricadute di ricchezza e benessere per tutti i Genovesi -di nascita o adozione- che hanno voglia di intraprendere e lavorare, cioè di DARSI DA FARE.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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Un servizio di un’emittente Genovese relativo alle vicende dell’ ILVA tuttora in corso riporta la notizia che ArcelorMIttal ha confermato un piano di investimenti da 5,3 miliardi in 7 anni; di questi solo 60 milioni sarebbero destinati a Genova, tra cui 15 per la linea della banda stagnata. I sindacati ritengono che un intervento del genere ne richiederebbe 150 per funzionare a pieno regime. "Di fatto è un addio" ha detto Manganaro, segretario della Fiom genovese.
Non so dire se quanto temuto dal sindacalista possa essere il preludio allo smantellamento di quello stabilimento che costituisce -come già evidenziato- un mastodontico corpo estraneo rispetto alle caratteristiche orografiche e di intrapresa del nostro territorio.
Qualora l’area dell’acciaieria venisse finalmente liberata sarà l’occasione propizia per ralizzare la Zona Franca, cioè una propsta del Professor Uckmar di cui si era discusso negli anni '90 del secolo scorso.
Allora non se ne era fatto nulla per "disinteressi" probabilmente convergenti.
Nell'articolo della "Gazzetta del Lunedì" del 9 agosto 1999 il Professore dichiarava che "Le carte sono fatte, c'è il via libera del ministero delle Finanze, manca solo l'interesse degli imprenditori.".
L'accordo di programma per la chiusura dell'altoforno dell'acciaieria doveva ancora essere sottoscritto dalle parti ed il timore di perdere una platea di consensi elettorali potrebbe aver indotto a rinunciare a passi più coraggiosi peraltro percorribili pianificando una riqualificazione dei dipendenti dell' ILVA.
L'espansione dell'economia cinese ha travalicato l'Asia interessando altri continenti e sta rivolgendosi anche all'Europa col progetto della nuova "Via della Seta" definita "One Belt, One Road" oppure "Belt & Road" altrimenti "BRI" (Belt Road Initiative).
Come scritto nella rubrica "ORSI & TORI" di Milano Finanza dell' 11 u.s. l'attenzione dei Cinesi ha puntato i porti di Trieste e Venezia che, guardate il caso, godono e progettano di godere di una zona franca.
L'importanza del progetto "One Belt, One Road" è stato colto anche a Genova e nel corso dell’assemblea annuale l'Associazione Ligure Commercio Estero ha rilanciato la proposta di una Zona Franca nel Porto di Genova a cui auspicabilmente affiancare una Zona Economica Speciale (ZES).
Per capire l'importanza di una ZES e quanto interesse suscitano queste zone è sufficiente digitare in un motore di ricerca : Zona economica speciale.
Per quanto sopra riteniamo auspicabile che il timore del sindacalista si concretizzi e che la siderurgia se ne vada lontana da Genova; la Città ha già pagato un prezzo troppo alto per sopportare quel tipo di attività.
L'area attualmente occupata dall'acciaieria ha un'estensione notevole, è dotata di banchine per l'attracco delle navi ed è confinante con l'areoporto Cristoforo Colombo; tutte caratteristiche che la rendono sede ideale per Zona Franca e ZES assicurando un facile e diretto accesso ai trasporti.
Questa evoluzione non comporterebbe rischi per gli attuali dipendenti ILVA che potranno mantenere il lavoro riqualificandosi secondo le esigenze delle nuove attività che si svilupperanno nell'aree, completamente e definitivamente, ex-ILVA.
È una sfida per lo sviluppo economico della nostra Terra che questa volta i Genovesi devono cogliere, affrontare e portare a termine con successo.
Sono troppi anni che aspettiamo questo progresso. non lasciamoci sfuggire l'occasione perchè da altre parti non ci aspettano e corriamo il rischio di perdere importanti traffici col conseguente indotto di soldi, attività economiche e culturali collaterali.
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- Scritto da S. Paolo
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In una lettera di De Silva Marco, responsabile Ufficio Economico Cgil Liguria, pubblicata su “Il Secolo XIX” di martedì 25 luglio è scritto che “Nel 2016 l’incidenza della povertà assoluta sale al 26,8 per cento … tra le famiglie con tre o più figli minori …”.
Si tratta di una percentuale elevata anche se è lapalissiano che sfamare più bocche costi di più che sfamarne meno con la conseguenza che i denari entrati in casa non siano a sufficienza.
Però per capire meglio i motivi di questa percentuale sarebbe utile conoscere i dati sul percorso lavorativo degli interessati.
Forse non è casuale che l’Italia detenga il record europeo dei “NEET”: 19,9% nello scorso anno, peraltro in ribasso rispetto al 21,4% del 2015.
“NEET” è l’acronimo di “Not (engaged) in Education, Employment or Training” ; sono gli individui tra i 15 ed i 24 anni che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione . Cioè elementi che fanno assolutamente niente.
Pertanto oltre a riportare il dato del 26,8 % che impietosisce il cuore non sarebbe utile analizzare i motivi per cui si è arrivati a quella percentuale?
Gli interessati da povertà assoluta hanno mai lavorato? Per quanto tempo? Se non hanno lavorato od hanno lavorato poco quali sono i motivi?
Probabilmente i Sindacati in quanto più vicini ai lavoratori, ma anche ai non lavoratori, potrebbero raccoglie più facilmente quei dati che -forse- consentirebbero di farci capire meglio perché le cose stiano come stanno e fornirebbero un aiuto per trovare un efficace rimedio risolutivo.
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- Scritto da Pierluigi Patri
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Basta guardarLa dall’aereo quando si sta volando verso l’aeroporto Cristoforo Colombo; che si arrivi da levante o da ponente la nostra Terra è lì e si può abbracciarLa con lo sguardo.
Da lassù si capisce quanto sia bella e preziosa e per questo il logo dell’Associazione “ A crinn-a di monti” la rappresenta con i confini d’oro, una pennellata verde per indicare la Liguria dei Monti ed una blu per indicare la Liguria di Mare
Stretta e scoscesa verso Nord e verso Sud fa immediatamente capire che le attività per valorizzarLa ed arricchirLa vadano scelte con adeguato criterio e noi riteniamo che la selezione debba passare attraverso un semplice filtro : alta resa qualitativa per unità di superficie.
Per ottenere questo risultato occorre insediare attività a spiccato contenuto scientifico e tecnologico che necessita, ovviamente, di lavoratori della conoscenza di livello elevato.
Per esplicitare il concetto è sufficiente fare il paragone tra l’Italsider di Cornigliano e l’Esaote di Sestri Ponente.
La prima ha avuto un grave impatto ambientale e sociale ed è estesa su una grandissima area con basso tasso di occupati per unità di superficie, Esaote ha un impatto ambientale minino ed un rapporto occupati per unità di superficie nettamente superiore avendo, per di più, un’altissima concentrazione di lavoratori della conoscenza rispetto alla prima.
Proprio per come intendiamo le modalità di sviluppo della nostra Terra ci ha fatto molto piacere leggere quanto riportato in un articolo de “Il Secolo XIX” di mercoledì 3 maggio
L’attività di studio e realizzazione di fili superconduttori svolta da Columbus Superconductors S.p.A. a San Desiderio (Genova) e lo sviluppo, produzione, installazione e test di sistemi che sfruttano la superconduttività realizzate a La Spezia dalla ASG Superconductors S.p.A , nell’ex-stabilimento di lavatrici San Giorgio, dimostrano come l’alta tecnologia possa trovare spazio nella nostra Terra coniugando ricchezza materiale e scientifica.
È la combinazione perfetta per un territorio orograficamente difficile che impone di essere utilizzato al meglio realizzando attività ad altissimo contenuto intellettuale, tecnologico ed economico : noi non abbiamo ampie pianure da sprecare con catene di montaggio a bassa densità di occupazione e limitato contenuto tecnologico.
Pertanto speriamo risulti chiaro a coloro che orientano e decidono le scelte per la nostra Terra quanto il trinomio ricerca-attività di elevata tecnologia-ricchezza debba essere la linea guida di costante indirizzo.
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- Scritto da Peter Beffroy
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A novembre avevo ordinato delle scarpe, già in catalogo, ad un piccolo calzaturificio trentino.
Visto che durante 40 giorni non ho ricevuto nessuna nuova ho pensato che il corriere, o non avendo trovato l'indirizzo (capita) o non essendo riuscito a mettersi in contatto con me per la mia assenza, avesse rimesso il collo a magazzino per la restituzione al mittente. Quindi ieri, domenica, ho inviato una e-mail alla Ditta chiedendo se per caso le cose fossero andate come avevo immaginato.
Tempo mezz'ora mi ha chiamato il Titolare che, si noti bene, di domenica e subito dopo pranzo stava lavorando!!!!
Mi informava che l'ordine è ancora in esecuzione perchè uno dei modelli ordinati richiedeva una finitura a mano.
Sono rimasto veramente dispiaciuto per averlo disturbato.
Quest'uomo stava lavorando. Santificando la Festa comandata in un modo tutto contrario all'andamento comune. Eppure, per quanto la mia richiesta non avesse nessun carattere di urgenza e tanto meno imputasse qualcosa alla sua Ditta -come detto temevo di aver creato loro un disguido dovuto alla mia assenza da casa- nel pieno della concitazione per l'esecuzione degli ordini in tempo per il Natale non ha perso tempo per mettersi in contatto diretto. Con un cliente qualsiasi.
Spesso ci si domanda come fanno coloro che escono dalla crisi economica, ecco la risposta:
3° santificano le Feste, lavorando;
4° cercano di non perdere i clienti, per quanto piccoli possano essere.
Come diceva Don Pietro, arciprete al mio paese ai tempi trascorsi: se alla domenica avete da lavorare, potete fare a meno di venire a Messa. La Festa la santificate già lavorando.