La carta costituzionale italiana. Quella sì che è una carta ...

Qualche giorno fa il presidente del consiglio dei ministri, Renzi Matteo, aveva annunciato l’abolizione della TASI e dell’IMU sulla prima casa suscitando nell’eletto Bersani Pierluigi una pronta presa di posizione argomentando che “Taglio Imu viola Costituzione, chi ha di più paga meno”.

Ohibò, la cosa è seria … verrebbe da pensare.
E perché sarebbe violata la costituzione della repubblica italiana? Perché contrasta, sostiene, con l’articolo 53 che sancisce : “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.“.
Orbene la carta costituzionale della sopracitata repubblica fornisce diversi spunti di curiosità (per esempio l’articolo 1 e l’articolo 4 di cui avevo argomentato in un precedente articolo).
Tra questi articoli curiosi c’è anche il 53 che stabilisce due dati con “teutonico” rigore :

- 1) i cittadini concorrono alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
- 2) il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Per come la vedo entrambe le affermazioni sono disattese:
- 1) Se i cittadini devono concorre alle spese pubbliche in base alla loro "capacità contributiva" perché sono esentati, per esempio, i redditi da lavoro dipendente inferiori agli 8.000 euro annuali, oppure i redditi inferiori ai 4.800 euro per quello autonomo? Quali speciali meriti hanno acquisito quelle due categorie di percipiènti reddito per diventare non-contribuenti?
- 2) La progressività prevede 5 scaglioni dal 23% al 43% in relazione al reddito dichiarato. I padri della patria (povera figlia!) hanno volutamente ignorato che anche una sola aliquota garantisce la progressività.
Mettiamo un’aliquota del 30% per tutti : chi guadagna 15.000 euro pagherebbe 4.500 euro di tasse , chi ne guadagna 45.000 ne pagherebbe 13.500 : la progressività sarebbe assicurata senza alcun artificio “progressivo”.
Tra l’altro è evidente che chi paga di più  usufruisce della spesa pubblica in modo identico a chi paga di meno giacché, per esempio, l’offerta di scuola pubblica è la stessa per entrambi.

Ad ogni buon conto ho voluto capire cosa giustifica lo strano criterio applicato per arrivare a questa originale forma di progressività del sistema tributario.
In sostanza è una redistribuzione di soldi per ”il raggiungimento dei fini di giustizia sociale fissati dalla Costituzione”.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa si intende per “giustizia sociale “ dato che ho l’impressione si tratti di un argomento tirabile per tutti i versi in relazione agli interessi elettorali del politicante di turno.

Termino evidenziando un’altra curiosità costituzionale. L’articolo 36 proclama che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro …”.
Principio sublime!
Una persona guadagna di più perché lavora di più e meglio; peccato, però, che veda la sua retribuzione tassata in modo “progressivo”.
Così impara, quello “scemo”, a lavorare di più e meglio di un furbo.

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